Uno studio monocentrico dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino ha testato il ruolo della PET con Fluorodesossiglucosio (FDG) per predire il successo della terapia con il Radio-223 in persone colpite da tumore della prostata con metastasi ossee e indirizzarle verso la cura migliore. Il progetto ha permesso a Matteo Bauckneht di vincere il "Prix Galien 2021", uno dei più importanti premi in ambito biomedico e farmacologico del nostro paese.

La neoplasia maligna più frequente nella popolazione maschile adulta è il cancro alla prostata. Il percorso terapeutico prevede che alcuni pazienti vengano sottoposti a terapie volte a sopprimere gli ormoni maschili che fungono da "benzina" per le cellule tumorali. Tuttavia, nel tempo le forme più aggressive di carcinoma prostatico sviluppano una resistenza alla terapia ormonale, configurando una condizione nota come carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC). Tutto questo si riflette nell’attività metabolica del tumore: il tumore prostatico sensibile al trattamento ormonale ha un basso consumo di glucosio, al contrario, il CRPC è caratterizzato da un elevato metabolismo, che ne rispecchia la maggiore aggressività biologica.
 
Una conseguenza frequente del CRPC, riscontrata in oltre il 90% dei casi, è la formazione di metastasi ossee, che possono essere trattate con la somministrazione di Radio-223, un radiofarmaco che colpisce in maniera mirata le metastasi ossee attraverso l’emissione di radiazioni ionizzanti.
 
<<Il Radio-223 esercita il suo effetto terapeutico riducendo il dolore e prolungando la sopravvivenza delle persone con CRPC metastatico allo scheletro, tuttavia non tutti i pazienti traggono beneficio dal trattamento e in alcuni casi il Radio-223 non rappresenta l’opzione terapeutica migliore - spiega Matteo Bauckneht, ricercatore presso l’Unità Operativa di Medicina Nucleare e coordinatore dello studio - al momento però non esistono marcatori che permettano di predire già dalle prime fasi della malattia quali pazienti avranno maggiori probabilità di beneficiare del trattamento.
 
Lo studio ha valutato l’impiego di un esame di imaging, la tomografia ad emissione di positroni (PET) con fluorideossiglucosio (FDG), una sostanza che identifica le cellule con elevata attività metabolica: il suo ruolo è limitato se il tumore è sensibile al trattamento ormonale, mentre può diventare uno strumento importante nel caso di tumori in stadio avanzato o resistenti alla castrazione, come il CRPC.
 
Il progetto ha analizzato la capacità della PET con FDG di fornire informazioni non solo di tipo prognostico sul decorso della malattia, ma anche sulla selezione delle persone con CRPC da candidare alla terapia con Radio-223 e come strumento di valutazione della risposta, cioè di ristadiazione del tumore nei pazienti già trattati.
 
I risultati hanno dimostrato che la PET con FDG è in grado di predire quali pazienti con CRPC avranno maggiore probabilità di beneficiare del trattamento con il Radio-223>>.
 
Questo lavoro pone le basi per uno studio prospettico e multicentrico ancora in fase di definizione e la rilevanza del progetto è confermata dal riconoscimento ricevuto dal coordinatore dello studio, Matteo Bauckneht: a lui è stato conferito qualche giorno fa il "Prix Galien 2021", uno dei più importanti premi in ambito biomedico e farmacologico del nostro paese. 
 
Leggi anche questo articolo riguardo uno studio coordinato da Matteo Bauckneht, insieme a Giuseppe Fornarini e Sara Elena Rebuzzi, dell’Unità Operativa di Oncologia Medica 1: www.ospedalesanmartino.it/ricerca-scientifica/notizie/item/1376-cancro-alla-prostata-metastatico-alle-ossa-la-selezione-dei-pazienti-per-la-terapia-con-radio-223-diventa-pi%C3%B9-accurata.html
 
Per vedere l’articolo scientifico clicca sul link: www.mdpi.com/2072-6694/12/1/31/htm