Uno studio “made in Italy” coordinato dal San Martino e pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Oncology ha individuato un nuovo protocollo terapeutico che potenzia gli effetti della terapia ormonale standard. Le donne in menopausa con tumore al seno vivono più a lungo prolungando i trattamenti già usati di routine. I risultati dello studio clinico, co-finanziato dai fondi del 5x1000 e dal Ministero della Salute, cambieranno le pratiche cliniche quotidiane.

Nel mondo, su 100mila donne circa 170 ricevono diagnosi di tumore al seno; oltre l’80% di loro è in menopausa, una fase fisiologica della vita di una donna durante la quale le ovaie smettono di produrre gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, che comunque continuano ad essere presenti grazie all’aromatasi, una proteina responsabile della trasformazione degli androgeni in estrogeni.
 
Alcune forme di cancro al seno, le più frequenti, sono sensibili agli ormoni, che stimolano la crescita del tumore: in questi casi, dopo l’asportazione chirurgica del tumore, è utile procedere con una terapia anti-ormonale per ridurre il rischio di una recidiva del tumore. Una delle terapie anti-ormonali usate nell’attuale pratica clinica prevede una durata totale di 5 anni che comincia con il trattamento con tamoxifene per 2/3 anni seguito da altri 2/3 anni di terapia con un inibitore delle aromatasi, ad esempio il letrozolo, per impedire agli androgeni di convertirsi in estrogeni. 
 
Uno studio nazionale del Gruppo Italiano Mammella (GIM) che ha coinvolto 69 ospedali coordinati dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha sperimentato un nuovo protocollo terapeutico: l’assunzione di letrozolo per 5 anni, anziché 2/3 come previsto dalla terapia standard, riduce del 4% la mortalità delle pazienti e del 5% il rischio di recidiva dopo 12 anni dalla diagnosi. 
 
<<La rilevanza dello studio deriva dall’aver dimostrato per la prima volta che un trattamento ormonale prolungato fino a 7-8 anni dopo la chirurgia determina una riduzione della mortalità ed aumenta quindi la percentuale di pazienti che guariscono dal tumore. Questo risultato è destinato a modificare le attuali linee guida che, basandosi sugli studi precedenti che non avevano dimostrato un vantaggio in sopravvivenza dal trattamento prolungato, indicavano come opzionale il proseguimento del trattamento oltre i 5 anni dalla diagnosi - spiega Lucia Del Mastro, Oncologa, responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Professoressa dell’Università di Genova e coordinatrice dello studio - Il nostro studio ha inoltre dimostrato che una durata complessiva di 7-8 anni rispetto a durate più lunghe (fino a 10-15 anni) sperimentate in altri studi, è da considerarsi come durata ottimale con un rapporto favorevole tra efficacia e tossicità tipica del trattamento con letrozolo, quale ad esempio dolori alle articolazioni, ai muscoli, osteoporosi e ipertensione>>.
 
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie ai finanziamenti derivati dai fondi del 5x1000 dal Policlinico e dal Ministero della Salute e i risultati sono stati presentati a Parigi al congresso della Società europea di Oncologia medica (ESMO) e contemporaneamente pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet Oncology.
 
Link all’articolo: www.thelancet.com/journals/