L'utilizzo della PET cerebrale consente di individuare precocemente le tracce relative alle complicanze più frequenti e più gravi della terapia oncologica di frontiera CAR-T, la sindrome da rilascio di citochine e la neurotossicità CAR-T correlata. L'esame può essere svolto aggiungendo solo 5 minuti di acquisizione alla PET total body, che è già nella routine per questi pazienti oncologici. L'obiettivo è rendere più sicuro questo trattamento altamente innovativo, ad oggi rivolto ai malati di linfoma ma le cui applicazioni si stanno espandendo. Il risultato è frutto della sinergia tra i reparti di Ematologia e Terapie Cellulari, Medicina Nucleare e Clinica Neurologica dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, centro di riferimento in Liguria per la somministrazione della terapia. A guidare lo studio la prof.ssa Silvia Morbelli e il dott. Emanuele Angelucci. I risultati sono stati pubblicati sul "Journal of Neuroimaging".
Uno studio dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova apre la strada a una maggiore comprensione del glioblastoma, il più aggressivo e diffuso tumore al cervello.
La ricerca, condotta primariamente dal dott. Davide Ceresa, ha chiarito l'evoluzione di questo tumore a partire dalle sue origini. Il gruppo di Neuro-Oncologia Sperimentale, guidato dal prof. Paolo Malatesta, ha infatti tracciato, per la prima volta, ogni cellula tramite uno specifico codice a barre genetico. L'utilizzo di modelli informatici avanzati ha permesso di interpretare i dati ottenuti per raccogliere informazioni inedite. Queste scoperte hanno guadagnato un posto sulla rivista "Cancer Cell", una delle più importanti riviste del settore.
Uno studio multicentrico guidato dal Centro di Cardiologia Molecolare dell'Università di Zurigo ha identificato una relazione tra una proteina presente nelle cellule dello strato più interno della parete arteriosa e la trombosi. I pazienti che ne sono affetti hanno una maggiore presenza della proteina JCAD, che sembra coinvolta in alcuni processi legati alla formazione del trombo. Siamo quindi di fronte ad un possibile target per nuove terapie anti-trombotiche. Hanno preso parte alla ricerca i ricercatori dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino Fabrizio Montecucco e il co-responsabile dello studio Luca Liberale, al tempo affiliato all'Università di Zurigo nel gruppo del Prof. Giovanni Camici. I risultati sono pubblicati sulla rivista "European Heart Journal".
Una sottopopolazione di globuli bianchi particolarmente presenti negli anziani rende più difficile il recupero dall'ictus ischemico. Questi i risultati di un complesso studio coordinato dal dott. Marco Bacigaluppi dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che ha coinvolto ricercatori provenienti da diverse istituzioni inclusi il prof. Antonio Uccelli e la dott.ssa Tiziana Vigo dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista "Nature Immunology".
Il gruppo di ricerca guidato da Ulrich Pfeffer e Michela Croce, ricercatori dell'IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, ha testato l’azione di due farmaci immunoterapici, ipilimumab e nivolumab, associati a un farmaco che agisce sulla regolazione dell’espressione del DNA, la guadecitabina. Oltre ad aver ottenuto nei topi risultati incoraggianti il gruppo ha lavorato alla scoperta dei meccanismi che stanno alla base del successo di questa combinazione. Questi risultati anticipano quelli di uno studio clinico in corso in cui la stessa combinazione è messa alla prova su pazienti resistenti alla cura con la sola associazione dei due farmaci immunoterapici.
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